PERLE DI SAGGEZZA BUCCHERESE


A COPPA MUNTILAURU
Tanti anni fa ,durante l'estate ,veniva disputato il torneo di calcio ,denominato "Coppa Monte Lauro" .Era esso un trofeo molto ambito,cui partecipavano tutti i paesi del comprensorio dei Monti Iblei. Nel corso degli incontri vi era un tifo agguerrito dei sostenitori di ogni squadra partecipante. Talvolta lo era anche troppo, e si arrivava anche a veri scontri fisici tra i tifosi, e i pochi carabinieri, tutori dell'ordine, avevano un gran da fare per sedare i litigi. Ebbene un anno,mi pare 62 o 63, non sono certo in prproposito, il Buccheri vinse quella coppa prestigiosa. Si scateno' un grande entusiasmo intorno alla squadra e ai dirigenti di essa. Tra questi vi era don Vito Salamone (papa' diVittorio), il sempre presente Taratozzo, mio fratello Matteo ed altri. In piazza eravamo tutti felici per il successo conseguito. Nell'euforia generale, qualcuno disse:"siemu forti, putiemu fari a prima divisioni!. A questo punto interviene seraficamente don Vito Salamone con una battuta umoristica estemporanea delle sue, e dice:" ma se ancura sapimmu fari a malappena addizioni! unnammannari.........Ci fu una risata generale. Io ancora oggi,dopo oltre mezzo secolo, pensandoci, rido da solo.........m  (Fausto Nicolini )
   
  Ricordo una signora, vicina di casa di mia zia, che aveva sempre delle risposte molto espressive, in stretto dialetto buccherese. La figliola, ragazzina, le chiedeva: Mamma, iaiu fammi!! E lei di rimando. manciti u pani... E comu mu manciu? languidamente la figlia. Risposta saggia e perentoria: " Che rintitti".. (Fausto Nicolini )

Vorrei ricordare mio nonno ; un vecchio nonno così come erano una volta i nonni buccheresi.Venivamo da raccauta dove mio nonno ,aveva il suo uliveto, mio nonno si chiamava Francesco , Don Cicciu Bracazza meglio conosciuto come ( u gnuri) che per chi non lo sa vuol dire cocchiere , che era la professione di mio nonno.
Ebbene, mio nonno, ormai molto vecchio: si ferma, scende dal mulo sul quale eravamo a cavallo , tira fuori il suo coltello da innestare, e comincia ad innestare un pero selvatico che si trovava ai bordi della trazzera,aveva portato con se , da un nostro pero un buon innesto.
Quando io gli feci notare che l'albero non rientrava nella nostra proprietà. Lui rispose: "tantu crisci o stissu almenu cu passa si fa a vucca duci.
"Questi erano i buccheresi di una volta,e per fortuna ancora i più sono così.  Un grazie a chi ci ha preceduti e insegnato un modo di vivere sano e pieno di valori. (Enzo Costantino )

  Na vota a mugghieri stacia cucennu a carni e, mancu u temppu 'i stutari a tannura morsi sa mariu. Mischina ittà i vuci e arrancanu 'ntoccu i genti c'aiutanu a viestiri u mortu. A carni arristà nta pignata e a iatta accumincià a ciuriari a pignata e a mugghieri ogni tantu, pì cacciari a iatta, ripitia: "Chissi, chissi sunu li ma peni".(Turi Terzo Chista ma cuntava sempri ma mamma)

  Storiella sul mese di maggio
U Signuri ci dissi a S. Pietro:
Pietru tu chi nun tu fai ncìu i siminatu?
Signuri quannu ci lievi u misi i maiu mu fazzu.....

(Maria Grazia Randone)(di Randone Francesco mio papà)

  Quando mia mamma prenotò due posti nel nuovo cimitero per i miei zii Giovanni e Franca, chiese a mia zia quale posto volevano dato che c'erano molti posti disponibili, Lei rispose, per me quello piu in alto perche altrimenti "mi viene d'accupari"(Vittorio Salamone)

  Un ragazzo molto pigro che lavorava presso di me , un giorno questi disse a mio padre: don Santino domani non posso venire a lavorare picchì mi sentu tintu, e mio padre ...a menu mali ca tu ricanosci. Questo da noi a Buccheri si chiama smaccusu. Questa forma di ironia era molto frequente nel linguaggio comune buccherese. 
(Enzo Costantino)

  Un giorno mio padre stava dando da mangiare degli ossi di pollo al mio cane quando io gli dissi :papà l'ossi di pollo o cane u fanu affucari , risposta: navota na crapa saffucà cun filu di erba. (Enzo Costantino)

  un giorno un cliente viene a prendere un caffè alla Pineta, a farglielo è mio padre, questo, lo beve tutto d'un sorso, al chè mio padre gli dice...aviutu aviri siti.
(Enzo Costantino)

 

piattazzu e piattittu
Na Madri Badissa quannu visti ca purtaunu u manciari e visti 'm piattuni chinu chinu addumannà a monica ca sirvia:
Di cu è sù gran piattazzu? -
Di Vossia! - ci arrispusi a munachedda, e a Madri Badissa:
Ah u mia è sù piattittu!) (Turi Terzo)


 
Quando c'era la fame nera e qualcuno emetteva un rutto,
(solamente aria, nient'altro) poi ringraziava il cielo con questa frase:
Ringraziu u signuruzzu ca senza mangiari sugnu sazziu!".   Giuseppe Gaetano Trigili

 
"Pippinedda, chi.. caristi?"
"Nossignura! sciddicai".
"e li piatti, li rumpisti?"
 "Nossignura! li sciaccai."   
Giuseppe Gaetano Trigili


Una volta a mio padre un signore disse :
Vastianu, ma si cagnuoli rispettu o barcuni sunu troppu nichi"
e lui rispose :
"e ancura ana a crisciri " (Franca Trigili) foto (Tanino Cannata)


 

"Attìa cu l'uovu!"  il padrone di un terreno (si pensa; Aldaresi) cercava di far lavorare i contadini più che poteva. Di nascosto degli altri, li chiamava ad uno ad uno e gli dava un uovo bollito duro dicendogli: "Quando dico "Attìa cu l'uovu!" vuol dire che devi lavorare con più lena. E così fece con tutti, dandogli ad ognuno un uovo. Quando passò a controllare i contadini, disse a voce alta: "Attìa cu l'uovu!" Ognuno pensava che ce l'aveva con lui solo. E tutti cominciarono a lavorare più svelti. Solo che questa frase, ormai si dice ad un amico, con cui si ha un piccolo segreto o si è complici. (Tanino Cannata


 

Alla matrice era arrivato un parroco di origine sarda che si chiamava di cognome "porcu" (abbastanza comune in sardegna). In un piccolo paese, chiamare il proprio parroco "patri porcu" diventava un po imbarazzante, sopratutto per la struttura ecclesiastica, che fino alla condizione di seminarista aveva trascurato la cosa. Per rimediare in qualche modo , il vescovo della diocesi di Siracusa lo convocò per indurlo ad accettare il cambiamento del proprio cognome, se non all'anagrafe, almeno dentro la chiesa stessa. Il prete in questione facendo appello al suo orgoglio di famiglia e di sardo rispose al vescovo: "Eccellenza,mio nonno era porcu mio padre era porcu, io sono porcu e resterò sempre porcu. Torno quindi a buccheri orgoglioso di essere "patri porcu" (Giuseppe Gaetano Trigili)


  (banditore):
Dumanî tuttî i curnuti at'a nniescîrî cch'e capucci
tuttî o chian'e canalî  c'ana' ffarî u cînsîmentü!!!

Marito alla moglie:
-Attia... chi m'ha ffattü cornî tu?

Moglie al marito:
-Beddamatrî santissima... no!
com'e' ca poi pînzarî na cos'e chissa?
ti lu ggiurü maritü mia...ma pirchì mi rici stî cosî?

Marito:
-Ma nentî... domanî an'a ffarî u cînsîmentü  e tuttî i curnutî an'a niescîrî ch'e capucci,
iù vulia sapîrî se mi l'avia mettîrî...

Finale della moglie:
-...ah beh se e' pîcchîssü... tu ppi ssi e ppi nno... mîttîtîllü!!!

 
-M'annannü campà finü a novant'annî
-Pîcchî fumava?
-No. Pîcchî sî facia i cazzî sua

(Omaggio a Cicciu Uciddazza, )
 

 
- Comu morsi?
- Avìa u burieddu avutatu.
(Tanino Cannata)

 

  Quando nel '70 facemmo un giornale a Buccheri, Antonio Dangelo scrisse una deliziosa battuta-domanda : Cosa sarebbe Buccheri senza la chiesa di S. Antonio?--
Risposta: tuttu mantalinaru .(Nello Benintende)
   

PERLE DI SAGGEZZA BUCCHERESE
é una selezione di storielle in gran parte pubblicate su Facebook
 dai generosi buccheresi che lo stanno incrementato minutamente e che  permette di identificare un periodo, un luogo, una persona, un modo di dire e comunque l'anima  tipicamente e univocamente buccherese

 

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