Ricordi di tempi andati...
Rosamaria Alderuccio ·


Seduta immobile, le mani incrociate sulla nuca, guardava i tenui lumini attaccati a uno scorcio del maestoso muro laterale della Matrice, di fronte allo scalino del portone centrale della casa di nonna Rosina.Era questa un'antica costruzione, la cui facciata mostrava un ampio balcone fiorito, a due aperture, interamente incorniciato dalle tende a doghe di legno verde, che procuravano ombra e frescura, come in quasi tutte le case degli anni Cinquanta.
Le lucciole, anch'esse ferme, incastonate in fila indiana tra le fessure delle lucide pietre laviche dell'antica chiesa, attiravano l'attenzione di una bimba che, nella sua freschezza infantile, si lasciava trascinare verso viuzze quasi irreali, dove le ombre indulgenti sembravano addolcire le durezze della giornata appena trascorsa. Le creature luminose allora formavano una processione sacra, come a voler ringraziare l'Onnipotente per la sopravvivenza serena, mentre lo stridulo coro dei grilli intonava assoli festosi.
La tenera bimba dai lunghi capelli biondi, fermati dal fiocco azzurro sfumato, era assorta nelle sue visioni, quando la madre con la voce imperiosa di sempre, la scosse per un braccio facendo traballare l'esile figura di bimba di 5 anni, mentre gli occhioni spauriti restavano fissi alle grosse pietre nere.
Mai le fu chiesto che cosa stesse facendo, quali pensieri dolci o funesti percorressero la sua mente nitida e fervida, in quelle serate estive, dense di umiditą, sempre uguali che, in un mondo di soli adulti, spingeva la piccola a crearsi semplici spazi giocosi...

Rosamaria Alderuccio ·

 

 

© Buccheri Antica